Sono sufficienti il titolo di questo volume, Arizona Express, e la suggestiva copertina di Carlo Boscarato, con Larry Yuma in sella al cavallo rampante mentre un treno passa sullo sfondo, per preannunciare una grande avventura. All’origine di Arizona Express, che apparve sul Giornalino nel 1984, c’era il desiderio di Claudio Nizzi di tornare a scrivere una vicenda più lunga e complessa dopo un periodo di otto anni in cui aveva scritto solo storie di 10-12 tavole, una scelta imposta dalla direzione del Giornalino che aveva voluto allineare la propria politica editoriale alla moda del tempo, quando le riviste a fumetti allora più vendute (Intrepido, Monello, Lanciostory, Scorpio) pubblicavano solo storie complete. Con 48 tavole a disposizione Nizzi può imbastire una storia ricca di tutti le più tipiche del western: dagli apache ai trafficanti d’armi, dall’assalto al treno alla forzata convivenza di un gruppo eterogeneo in pericolo, il tutto condito con un pizzico di giallo e sorpresa finale.
Nonostante il vincolo di pagine precluda molte opportunità narrative, la solida professionalità di Nizzi dà vita a racconti sempre diversi, ricchi di personaggi e di trovate. Da una storia “fluviale” come Il settimo marinaio si passa a una di sapore dickensiano come La vita è dura, ragazzo; da una vicenda piena di stratagemmi come Astuzia per astuzia a una drammatica e crepuscolare come Il villaggio dell’esilio. Nella storia Un terribile sospetto, il figlio di un prestigiatore itinerante è tormentato dal dubbio che il padre abbia commesso un assassinio, mentre in Bagliori di rivolta il vecchio capo Sarapho, a differenza del giovane e scalpitante Naiche, ha combattuto per anni i bianchi e sa che contro di loro la guerra non può essere vinta. Come sempre in Larry Yuma, abbiamo tutta una galleria di personaggi perfettamente caratterizzati, che sono la forza della serie e spesso superano gli stereotipi del genere. Ad esempio, il vecchio e simpatico cercatore d’oro de Il cacciatore di chimere, ha poco da spartire con i burberi vecchietti dal cuore d’oro interpretati in tanti western da Walter Brennan o Arthur Hunnicutt, ma ricorda piuttosto certi personaggi della commedia all’italiana o del teatro di Eduardo, che si lasciano fuorviare dal miraggio della ricchezza.
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